Nel 2012 il saldo tra entrate (premi) e uscite (pagamenti per riscatti, scadenze, rendite e sinistri) del mercato vita in Italia (lavoro diretto) è stato pari a € -5,2 mld, in evidente calo rispetto all’anno 2011 quando era stato appena negativo (€ -143 mln). Lo rileva l’ANIA nel suo focus sul vita.
Questo risultato del flusso netto è dovuto sia alla contrazione del volume premi (-5,6%) sia all’aumento dell’onere per sinistri (+1,3%), in particolar modo degli importi riscattati o disinvestiti.
Tuttavia, analizzando gli andamenti dei singoli trimestri si osserva come il flusso netto registrato nel IV trimestre dell’anno segni un miglioramento rispetto sia al trimestre precedente sia al corrispondente periodo del 2011.
Tab. 1 – Flussi di entrate-uscite e stock di riserve: dati cumulati trimestrali DA INIZIO ANNO
(importi in milioni di euro)
Nel 2012 il volume premi è stato pari a € 69,7 mld, in diminuzione del 5,6% rispetto all’anno precedente. Analizzando i singoli trimestri, si osserva come tale calo sia andato progressivamente riducendosi nel corso dell’anno e, dopo oltre due anni di raccolta premi in diminuzione, si sia tornati a registrare una variazione annua positiva nel IV trimestre del 2012 (+9,1% rispetto agli ultimi tre mesi del 2011, a fronte di un ammontare pari a € 19,3 mld). Nell’anno appena chiuso il volume premi risulta costituito per il 78% da premi unici, in calo del 3,9% rispetto all’anno precedente, e per il restante 22% da premi periodici. Quest’ultima quota è costituita per il 5% da premi di prima annualità (-16,5% rispetto al 2011) e per il 17% da premi di annualità successive, in diminuzione del 9,3%. Calcolando i premi mediante una misura che
consente di standardizzare l’ammontare di premi unici e periodici, come l’Annual Premium Equivalent (APE) –pari alla somma tra premi annui, considerati per il 100% del loro importo, e premi unici divisi per la durata dei relativi contratti convenzionalmente posta pari a 10 anni – il decremento del volume premi rispetto al 2011 aumenterebbe al 9,3%.
La quota prevalente delle uscite nel 2012 è rappresentata dai riscatti e dagli altri rimborsi, pari al 63% dei pagamenti complessivi, in aumento di appena l’1,7% rispetto al 2011 (l’incremento più contenuto da oltre due anni); le scadenze e le rendite maturate, comprensive della variazione per somme da pagare, ammontano al 30% delle uscite totali (-3,7% rispetto al 2011), mentre il restante 7% è costituito dagli importi dei sinistri per morte e per altri eventi attinenti alla vita umana coperti dalle polizze vita, che registrano un aumento del 23,2% rispetto all’anno precedente.
Un’analisi più approfondita dei dati evidenzia che nel 2012 il 40% delle imprese, rappresentative del 37% del mercato in termini di premi contabilizzati nel 2011, ha registrato una raccolta netta positiva e che il 46% (per una quota premi pari al 45%) ha ottenuto un risultato migliore dell’indice medio, calcolato apportando il flusso netto totale alla giacenza media delle riserve complessive, pari a -1,24%.
Nel 2012 le riserve tecniche vita sono ammontate a € 427,3 mld, in aumento, sia rispetto al trimestre precedente (+0,7%) sia rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente (+2,3%), nonostante il risultato negativo del saldo netto tra entrate e uscite.
Analisi di dettaglio per ramo
Il ramo I ha registrato nel 2012 un flusso netto positivo pari a € 6,2 mld, a cui vi ha contribuito una raccolta premi del valore di € 51,2 mld (€ 39,9 mld unici e € 11,3 mld annui) e di uscite pari a € 45,0 mld, dovute soprattutto ai riscatti (€ 31,7 mld, in aumento del 6,7% rispetto al 2011) (cfr. Fig. 2). La raccolta netta risulta dimezzata rispetto a quella conseguita nel 2011 (€ 12,7 mld) e il calo è stato in parte attenuato con i risultati dell’ultimo trimestre del 2012 quando si è registrato il valore più alto del flusso netto (pari a € 2,0 mld), in evidente miglioramento rispetto agli ultimi tre mesi del 2011 (€ -0,2 mld) (cfr. Allegato I). I premi contabilizzati di ramo I sono diminuiti del 9,7% rispetto al 2011 mentre gli oneri sono aumentati del 2,1%. L’onere complessivo per riscatti, scadenze e sinistri ha rappresentato nel ramo I il 15% delle riserve medie del periodo.
Relativamente al ramo III, nel 2012 la raccolta netta è stata negativa per € 9,3 mld (€ -11,0 mld nel 2011), a fronte di un volume premi pari a € 13,8 mld e un totale oneri che ha raggiunto € 23,1 mld. In particolare, analizzando il saldo netto dell’ultimo trimestre del 2012 (€ -2,5 mld), si osserva come esso risulti in miglioramento rispetto a quello conseguito negli ultimi tre mesi del 2011 ma in peggioramento rispetto ai due trimestri precedenti dell’anno. Nel 2012 la raccolta premi registra un aumento del 10,5% rispetto al 2011 mentre il totale degli oneri diminuisce dell’1,7%, particolarmente per effetto delle minori uscite per riscatti/rimborsi. L’onere complessivo per riscatti, scadenze e sinistri ha rappresentato il 25% delle riserve medie del periodo.
Infine il ramo V, a fronte di premi per € 2,8 mld, per lo più unici, e pagamenti per € 5,5 mld, ha registrato nel 2012 un saldo negativo pari a € 2,7 mld, in lieve miglioramento rispetto a quanto osservato nel 2011. Analizzando il solo IV trimestre, si osserva come la raccolta netta, pari a € -706 mln, sia tornata ad essere negativa dopo il singolo risultato positivo del trimestre precedente. L’onere complessivo per riscatti, scadenze e sinistri ha rappresentato nel ramo V il 21% delle riserve medie del periodo.
I rami IV e VI non sono riportati in quanto meno significativi in termini di volume premi.
L’andamento trimestrale delle riserve tecniche distinte per ramo nel corso dell’anno è influenzato dagli sviluppi del saldo netto tra entrate e uscite sopra descritti. Per i rami principali è possibile valutare approssimativamente quanta variazione sia scaturita da tale saldo e quanta dai rendimenti attribuiti agli assicurati.
Per il ramo I, nel 2012, la variazione dello stock di riserve rispetto al 2011 è stata pari a € 13,1 mld, ossia € 6,9 mld in più rispetto all’afflusso dei premi al netto dei pagamenti.
Relativamente al ramo III, invece, a fronte di un flusso netto pari a € -9,3 mld, la variazione delle riserve è stata negativa per € 2,7 mld, per effetto dei rendimenti della gestione finanziaria.
Infine, il ramo V ha registrato nel 2012 un decremento di riserve pari a € 1,8 mld, ossia € 0,9 mld in meno rispetto al deflusso di raccolta netta della gestione tecnica del ramo pari a € -2,7 mld.
In merito all’indice di decadenza del portafoglio (uscite in rapporto alle riserve tecniche), il risultato alla fine del 2012 (17,74%) è risultato pressoché stazionario rispetto a quello del 2011 (17,75%), ma in netta diminuzione rispetto ai valori annualizzati dei trimestri precedenti.
Gli indici di portafoglio che partecipano al calcolo dell’indice di decadenza hanno osservato nello stesso periodo andamenti differenti: nel dettaglio, l’indice di riscatto e di sinistrosità sono aumentati passando rispettivamente dall’1,05% all’1,28% e dall’11,09% all’11,13% mentre l’indice di scadenza ha registrato un andamento opposto scendendo al 5,34%, dal 5,61% osservato nel 2011.
L’indice di anzianità (rapporto tra riserve tecniche e premi) relativo all’anno 2012 è stato pari a 6,06 volte, in aumento rispetto al 5,64% del 2011 ma in calo rispetto ai valori annualizzati dei trimestri precedenti dell’anno.